NINO BAGLIERI : Il DONO DI UNA NUOVA VITA

Scritto da Don Giuseppe Buccellato

 2 marzo dell’anno 2007. Antonino Baglieri, all’età di quasi cinquantasei anni, rende la sua anima a Dio.

In breve, la notizia del decesso fa il giro del mondo salesiano e non; la sua figura e la sua fama di santità hanno varcato da tempo i confini della sua città di origine, Modica, e della sua Sicilia.

Dall’età di 17 anni Antonino, che tutti da sempre chiamano semplicemente Nino, è tetraplegico, per un incidente sul lavoro. Dieci anni di profonda disperazione, poi il dono della Fede.

Da quel giorno il suo letto e la sua stanza sono diventati meta di uomini e donne, di laici ed ecclesiastici, di Rettor Maggiori e di Vescovi. Cinque anni dopo la sua morte inizia già la causa per la sua beatificazione; nessuna sorpresa per quanti l’hanno conosciuto e hanno raccolto dalla sua testimonianza, dalle sue parole, dai suoi scritti, conforto, fiducia, amore, gratitudine a Dio, che dalle nostre ferite fa scaturire luce a benedizione per noi e per gli altri.

Ci rimangono, come preziosa eredità, le tante pagine (69 quaderni!) scritte pazientemente con una matita tra le labbra. In una di queste leggiamo:

 

«La caduta dal quarto piano ha messo a nudo la mia debolezza e fragilità umana. Non servivo più a niente, buttato in un letto, bisognoso d’ogni cosa, privo del più piccolo movimento. Dov’è finita la mia fierezza, la mia forza? Quelle gambe che correvano e saltellavano ora sono ferme, nessuna forza le può muovere. Le mani, che volevano conquistare il mondo, ora non sono buone neanche a cacciare una mosca.

Nonostante ciò, da tutto questo tuttavia ho capito di dover ringraziare Dio per ogni cosa. Ecco perché: il Signore ha potenziato l'unica parte del corpo che riesce ancora a muoversi. Mi ha concesso ancora la funzionalità degli occhi per vedere il colore delle Sue meraviglie; del naso per odorare i profumi della terra; dell'udito per ascoltare la Sua Parola. Il Signore mi ha lasciato libero il cervello per pensare, ragionare e discernere il bene dal male. Ha lasciato battere ancora il mio cuore per amare.

L'anima vive ancora in me, la VITA è in me, ma la cosa più bella è che Dio sia dentro di me. Lui mi ama. È Padre ed io sono suo figlio. Lui mi dà la grazia di riscoprire i semi che ha seminato nel mio cuore. Innaffiati con la preghiera sono germogliati dentro di me e, crescendo, hanno cambiato la mia VITA.

La fede mi dà forza e fiducia per accettare la mia croce, ringraziare e lodare Dio per il dono della VITA.

 

Grazie, o Signore, per il prezioso dono di questa VITA, in un tempo in cui, come forse mai era accaduto prima, abbiamo imparato ad apprezzare il significato ed il dolce suono di questa parola…

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