A conclusione di questo Congresso regionale 2021 mi accingo a formulare alcune note conclusive.
Nella relazione introduttiva ho già messo in luce alcuni aspetti meritevoli di nostra attenzione.
Ripartendo da quelle riflessioni e tenendo in considerazione quanto emerso nel corso del congresso,
cercherò di formulare alcune proposte ed orientamenti per il prossimo futuro.
Si tratta ovviamente di semplici indicazioni che scaturiscono da una mia riflessione e che
dovranno poi essere condivise, sviluppate e attualizzate all’interno della Consulta Regionale e di
tutti i Consigli provinciali.
Prendo spunto da una affermazione che ho sentito qualche tempo fa dal Rettor Maggiore, don
Angel, che diceva più o meno così: “noi non siamo Famiglia Salesiana soltanto per fare delle cose,
siamo anzitutto Famiglia Salesiana per prenderci cura delle persone; siamo invitati a prenderci cura
dei membri della nostra Associazione e far sentire che non sono soli”.
E indubbiamente da questo congresso sono emersi numerosi riscontri e conferme della necessità
di prenderci cura dei nostri Centri, soprattutto quelli che attraversano momenti di fatica.
Questi sono i passi che suggerisco a ciascun Consiglio Provinciale, sapendo che molti Consigli già
da tempo sono impegnati in questa direzione.
1. Condurre una analisi conoscitiva approfondita dello stato in cui si trovano i Centri locali della
Provincia (età, rinnovo del Consiglio locale, regolarità degli incontri formativi, rinnovo della
promessa, quanti aspiranti sono presenti, quanti dopo la promessa sono svaniti, quanti SSCC
non si vedono da anni, ...); è evidente che ciò non potrà essere fatto tramite e-mail o messaggi
WhatsApp, ma richiede il contatto diretto e personale.
2. Affiancare e sostenere soprattutto quei Centri che faticano a rinnovare il Consiglio, forse per
l’età avanzata o semplicemente per carenza di disponibilità al servizio, quei Centri che non
hanno un incaricato della Formazione, qui centri che nelle occasioni di incontro sono sempre i
soliti pochi, ...
3. Provare a recuperare i SSCC che si sono allontanati (cercando di comprenderne le cause ed i
motivi); non basta lamentarsi perché molti non vengono agli incontri.
4. Accompagnare e formare i responsabili, affinché possano presto essere in grado di animare e
guidare il proprio centro e possano a loro volta formare adeguatamente gli aspiranti.
5. Instaurare un continuo e costante scambio di informazioni, mantenendo vivi i rapporti di
conoscenza, affinché i Centri non si sentano isolati, ma sempre più acquistino consapevolezza
di essere parte di una grande famiglia estesa a tutto il mondo.
6. Coltivare la solidarietà economica, anche attraverso la condivisione reciproca dei rendiconti.
7. Sollecitare lo studio e la conoscenza del PVA e curare che si faccia periodicamente il rinnovo
della promessa, come momento di verifica e rinvigorimento della vocazione salesiana che
abbiamo ricevuto.
8. Seguire da vicino gli aspiranti, affinché il percorso formativo che conduce alla promessa sia
veramente una fase di discernimento, mediante la quale possa maturare, oltre alla conoscenza
del carisma e della spiritualità salesiana, anche il senso di appartenenza alla Associazione.
9. Mantenere viva la consapevolezza che la nostra Regione va ben oltre l’Italia, con un occhio di
riguardo fraterno ai Centri presenti in altre nazioni (Medio Oriente, Albania, Romania, Svizzera).
10. Sostenere, sia a livello provinciale che in ogni Centro, la creazione e la cura di un archivio
anagrafico e documentale, affinché nulla si perda della nostra bellissima storia.
A voi, Consiglieri provinciali, spetta questo delicato ed importante ruolo di cura e
accompagnamento dei centri, soprattutto quelli in difficoltà.
Con l’atteggiamento del buon Pastore che, avendo cento pecore e ne perde una, lascia le
novantanove per andare in cerca di quella perduta, finché non la trova1
Da diversi anni, ogni Provincia è chiamata a fare una statistica del numero di Salesiani Cooperatori
“frequentanti” e di quanti invece sono completamente assenti dallo scenario associativo.
Non possiamo rassegnarci a questa situazione, come se fosse un fatto naturale. Credo invece che
dobbiamo adoperarci affinché “nessuno si perda”.
Tutto ciò si può riassumere con un unico impegno: prendiamoci cura dei nostri Centri.
Facciamo tutto il possibile affinché i SSCC dei nostri centri si sentato parte viva della associazione.
Tuttavia, dobbiamo anche ammettere che le energie e le risorse che siamo in grado di offrire non
sono illimitate e pertanto siamo chiamati a fare delle scelte, scelte di priorità.
Ecco perché dovremo accettare l’idea (se necessario) di “fare meno cose” per dedicare più
tempo, energie e attenzioni alla cura dei Centri locali.
Questo non significa affatto che non dobbiamo più organizzare i grandi eventi, le giornate del
cooperatore, i meeting, provinciali o regionali, ma dovremmo aver chiaro qual è la priorità di questo
prossimo periodo.
Concludo pertanto questa breve sintesi proponendovi uno slogan, che potrebbe servire da guida
per il prossimo anno e comunque fino a che ce ne sarà bisogno: CENTRI AL CENTRO.
Cioè, cerchiamo di mettere al centro delle nostre attenzioni e del nostro impegno, la cura dei
nostri Centri locali, affinché sentano di non essere soli, ma parte di una sola grande famiglia.
Abbiamo davanti a noi un tempo per cercare di concretizzare queste indicazioni e nel prossimo
Congresso regionale potremo verificare quanta strada avremo fatto.
Naturalmente sarà anche importante giungere al prossimo congresso elettivo con un numero
adeguato di persone disponibili ad assumere (se elette) l’incarico di Consigliere mondiale: su questo
siamo tutti invitati a pregare ed essere docili alla eventuale chiamata.
Grazie ancora a tutti voi.
Carlo Pellegrino
Consigliere mondiale della Regione