(Ans) Livia Borello è una giovane mamma, un’infermiera in prima linea nella lotta contro il coronavirus, nonché un exallieva del Liceo Classico salesiano “Valsalice” di Torino. La famiglia, il lavoro e l’educazione sono tre dimensioni intrecciate nella sua vita, di cui parla nell’intervista che segue.
Buongiorno Livia, descrivi tutte le precauzioni che devi adottare prima di poter entrare a contatto con i pazienti.
Tecnicamente parte tutto dal lavaggio delle mani, che va eseguito due volte: la prima secondo le linee guida dell’OMS con acqua e sapone e poi con antisettico. Per quanto riguarda la divisa, che deve essere cambiata ogni giorno, utilizziamo dei camici plastificati idrorepellenti in aggiunta ad un primo paio di guanti che arriva fino al gomito; seguono poi un secondo paio di guanti, mascherina chirurgica, per proteggere il paziente stesso a causa del fatto che fino a pochi giorni fa non era disponibili tamponi per noi operatori sanitari, e filtrante facciale. Dopo si aggiungono occhiali protettivi, un caschetto con visiera (viser) e la cuffietta per i capelli, ora monouso. Infine si arriva al terzo paio di guanti, l’ultimo, da cambiare dopo qualunque attività.